venerdì 1 febbraio 2008

I disturbi dell’apprendimento.

I disturbi dell’apprendimento.
Questa definizione comprende quei disturbi della capacità di apprendimento circoscritti a specifiche funzioni psicomotorie, in presenza di una efficienza intellettiva il cui livello non sia tale da giustificarle.
I disturbi sono: la dislessia o disturbo della lettura; la discalculia o disturbo del calcolo; la disgrazia o disturbo dell’espressione scritta.
La discalculia è secondo il DSM-IV una capacità di calcolo significativamente inferiore a quanto prevedibile in base all’età cronologica e alla scolarizzazione, in assenza di un difetto delle capacità intellettive. E’ associata, solitamente, a dislessia e disgrafia. E’ caratterizzata da lentezza ed errori frequenti nell’esecuzione di operazioni matematiche. Possono essere compromesse le capacità linguistiche (esempio: comprendere e decodificare le operazioni ed i concetti matematici, i termini ec…), la capacità di riconoscere i simboli numerici, la capacità di apprendimento di concetti numerici (esempio: delle tabelline), la capacità di seguire sequenze di processi matematici.
Viene diagnosticata, di regola, dopo la seconda o terza elementare, quando le capacità aritmetiche vengono messe maggiormente in gioco dai programmi scolastici, ma nei soggetti con Q.I elevato può risultare evidente molto più tardi, al termine delle elementari. Non si hanno molti dati sulla sua evoluzione. (M. B. Fagiani, lineamenti di psicopatologia dell’età evolutiva, Carocci, roma, pag.77)
(C. Carnoldi, I disturbi dell’apprendimento, Il Mulino, Bologna 1991)

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