lunedì 8 dicembre 2008

intervista al genio della porta accanto

28 novembre

Intervista al “genio informatico” della porta accanto.
Ivano Bettoli 45 anni, una laurea in informatica, responsabile del settore informatico dell’azienda di Società di Gestione dei Servizi Comdata
Perché una laurea in informatica?
Ero più portato per le materie di carattere scientifico e tecnico e molto meno per quelle umanistiche. Tra le prime, la preferenza sarebbe andata a Matematica; ho scelto informatica perchè reputavo fosse più "spendibile" per crearmi una professione. E comunque informatica e matematica sono "parenti" abbastanza stretti. Informatica non è infatti, come taluni pensano, soltanto imparare a smanettare con i PC.
Qual è il suo rapporto con la tecnologia?
La tecnologia è quasi superfluo notarlo, ha ormai invaso la nostra quotidianità sia domestica (ci sono computer in ogni elettrodomestico, dal forno a microonde in su), sia lavorativa, con effetti talvolta un po’ discutibili.
I computer, infatti, come diceva Spock in Star Trek "sono ottimi servi, ma non vorrei mai essere comandato da essi".
Invece ciò che si nota, purtroppo, è una tendenza a trasferire ai cervelli elettronici attività che richiedono un discernimento che ancora essi non possiedono, trascurando il fatto che il miglior elaboratore mai creato si trova dentro la scatola cranica di ciascuno di noi. Peggio ancora, anche le attività non ancora delegabili agli elaboratori, vengono comunque ridotte ad algoritmi quali quelli con i quali i computer lavorano, col presupposto che sia il sistema più economico ed efficiente. Per fare un solo esempio, in campo medico è ormai raro trovare uno specialista che non si affidi totalmente alle macchine per valutare il tuo stato di salute, invece di ricorrere alle sue mani, ai suoi occhi e alla sua esperienza.
Non mi si fraintenda: non sono nemico della tecnologia; essa è, come ho detto, un' ottima serva.
Quale crede sia il rapporto tra tecnologia la scuola?
C' è un settore dove la resistenza all' invadenza della tecnologia è ancora forte: la scuola. I programmi della scuola pubblica sono ancora in buona parte quelli di secoli fa: letteratura antica e medievale, storia antica, geometria Euclidea, trigonometria....
Ci si è dimenticati che la scuola dovrebbe servire a preparare i bambini e i giovani a capire la società dove vivono e ad affrontarne i problemi. Noi invece li prepariamo a capire e ad affrontare i problemi di società che non esistono più. La geometria euclidea serviva ai nostri antenati in quanto utile strumento per le attivita' che dovevano svolgere in prima persona come la costruzione di edifici o di utensili, cose che oggi, noi, deleghiamo a persone appositamente addestrate (che non usano più, nemmeno loro, la geometria di Euclide)
E cosa è più utile? Conoscere i problemi che hanno portato alla guerra civile tra Mario e Silla o conoscere i problemi che dovettero affrontare i primi governi dell' Italia unita, problemi che ancora oggi ci portiamo dietro?. Ed è più utile conoscere la struttura della società medievale (vassalli e valvassori e servi della gleba) o conoscere la struttura delle società di oggi (democrazia, divisione dei poteri, diritti fondamentali degli individui...).
E, per tornare all' informatica, sono più utili i congiuntivi o è più utile saper usare i mezzi di comunicazione moderni, come le reti informatiche e la posta elettronica? Se oggi tu sei costretto a farti aiutare per mandare una e-mail, sei come l' uomo di secoli fa che doveva farsi aiutare per scrivere una lettera. Gli analfabeti di oggi sono coloro che non conoscono le tecnologie di uso quotidiano.

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