lunedì 8 dicembre 2008

INTERVISTA A MACCHI ALBERTO

4 dicembre
INTERVISTA A MACCHI ALBERTO

Macchi Alberto 68 anni, da sempre nel mondo dell’edilizia, per alcuni anni ha ricoperto il ruolo di responsabile progettista per –EDILNORD-.

Perché una laurea in architettura?
Da piccolo amavo disegnare. Quella creatività giovanile si è trasformata in passione, poi in studio, prima al Liceo Artistico quindi alla facoltà di Architettura, infine in un lavoro. Inoltre in famiglia eravamo tutti architetti.

Cosa le piace del suo lavoro? Cosa vuol dire oggi essere architetti?
Potere esprimere le mie idee sulla carta e vederle realizzate in pratica; risolvendo di volta in volta i problemi durante l’esecuzione dell’opera.
Essere architetti vuol dire saper mettere in pratica le nozioni apprese e secondo le capacità vuol dire tutto o nulla. E’ un lavoro che bisogna amare.

Quale rapporto ha con lo spazio e le forme?
E’ questo un problema fondamentale: la forma deve inserirsi nel modo più armonioso possibile, più razionale, più funzionale nello spazio. Questo vale sia per i piccoli spazi (arredamento di un locale), sia per i grandi spazi (l’inserimento di un edificio in un contesto esterno).

Quando progettava a che cosa pensava?
A molte cose: dimensioni, problemi da risolvere, estetica, proporzioni.
La cosa più importante quando si inizia a progettare è capire che tutte le idee che si hanno e che si pensano devono fondersi tra loro nel modo più armonioso possibile, da un punto di vista estetico e da un punto di vista pratico. La bellezza di un progetto e di un oggetto sta nel momento creativo e nelle diverse fasi di elaborazione tecnica e di produzione

Ad un giovane architetto cosa direbbe?
Direi di amare il proprio lavoro e di dedicarsi ad esso con passione e con dedizione. Anche se per la maggior parte dei giovani oggi è difficile inserirsi nel mondo del lavoro, solo con la tenacia e l’interesse per quello che si fa è possibile arrivare. L’architettura alla fine può dare grandi soddisfazioni.

Rifarebbe l’architetto?
Ho sempre amato il mio lavoro. E poi l’architettura mi ha riservato grandi soddisfazioni. Quando dalla tua creatività vedi nascere interi quartieri di città e paesi, comprendi di aver fatto buone cose.

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