G.Lakoff, R.E.Nùnez, L’aritmetica innata nel cervello, in Da dove viene la matematica, Bollati Boringhieri, Torino 2005, pag.43
Di solito si pensa che la matematica sia qualcosa di intrinsecamente complesso e difficile, da insegnare con compiti ed esercizi da svolgere a casa. Eppure noi veniamo alla luce preparati in almeno una qualche forma rudimentale dell’aritmetica.
Quali abilità allora possiedono i bambini:
1) A tre o quattro giorni dalla nascita un bambino distingue da collezioni di due o tre oggetti.
2) A partire dai quattro mesi, un bambino può dire che uno più uno fa due e che due meno uno fa uno.
3) Non solo i bambini discriminano raggruppamenti visivi, ma anche numeri di suoni. A tre o quattro giorni, un bambino può distinguere tra suoni di due o tre sillabe.
4) A circa sette mesi, i bambini possono riconoscere l’equivalenza numerica tra raggruppamenti di oggetti e battiti nello stesso numero.
Attraverso procedure sperimentali, ormai classiche (alcune diapositive vengono proiettate sullo schermo davanti a bambini seduti in braccio alle loro madri; inizialmente diapositive contenenti due grandi punti neri, quando il bambino inizia a guardare le diapositive con due punti, per un periodo breve –comportamento detto di assuefazione-, le diapositive vengono cambiate, proiettando tre punti neri senza preavviso. Ed ecco che il bambino inizia a fissare per un tempo maggiore- tempo di fissaggio maggiore-. La differenza tra i tempi di fissaggio informa gli psicologi che i bambini sarebbero in grado di distinguere tra due e tre punti. Esperimenti di questo tipo suggeriscono che nei neonati è presente l’abilità di distinguere numeri piccoli, e quindi che esiste almeno una qualche capacità numerica innata.
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