lunedì 8 dicembre 2008

l'aritmetica innata

G.Lakoff, R.E.Nùnez, L’aritmetica innata nel cervello, in Da dove viene la matematica, Bollati Boringhieri, Torino 2005, pag.43

Di solito si pensa che la matematica sia qualcosa di intrinsecamente complesso e difficile, da insegnare con compiti ed esercizi da svolgere a casa. Eppure noi veniamo alla luce preparati in almeno una qualche forma rudimentale dell’aritmetica.
Quali abilità allora possiedono i bambini:
1) A tre o quattro giorni dalla nascita un bambino distingue da collezioni di due o tre oggetti.
2) A partire dai quattro mesi, un bambino può dire che uno più uno fa due e che due meno uno fa uno.
3) Non solo i bambini discriminano raggruppamenti visivi, ma anche numeri di suoni. A tre o quattro giorni, un bambino può distinguere tra suoni di due o tre sillabe.
4) A circa sette mesi, i bambini possono riconoscere l’equivalenza numerica tra raggruppamenti di oggetti e battiti nello stesso numero.
Attraverso procedure sperimentali, ormai classiche (alcune diapositive vengono proiettate sullo schermo davanti a bambini seduti in braccio alle loro madri; inizialmente diapositive contenenti due grandi punti neri, quando il bambino inizia a guardare le diapositive con due punti, per un periodo breve –comportamento detto di assuefazione-, le diapositive vengono cambiate, proiettando tre punti neri senza preavviso. Ed ecco che il bambino inizia a fissare per un tempo maggiore- tempo di fissaggio maggiore-. La differenza tra i tempi di fissaggio informa gli psicologi che i bambini sarebbero in grado di distinguere tra due e tre punti. Esperimenti di questo tipo suggeriscono che nei neonati è presente l’abilità di distinguere numeri piccoli, e quindi che esiste almeno una qualche capacità numerica innata.

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