lunedì 8 dicembre 2008

matematica e informatica

6 novembre

Una teoria ha solo l’alternativa fra essere
giusta o sbagliata. Un modello ha
una terza possibilità: può essere giusto,
ma non pertinente.
Manfred Eigen, citato in Jagdish Mehra,
The Physicist’s Conception of Nature

Alan Mathison Turing
Matematico inglese è uno dei padri della teoria della calcolabilità e dell’informatica; partecipò alla costruzione di uno dei primi elaboratori elettronici, contribuendo tanto alla progettazione della macchina, quanto alla nascente teoria della programmazione, e fu un geniale antesigno dell’Intelligenza Artificiale.
Si occupò dello studio e delle capacità dei limiti delle macchine nel calcolo automatico. Nel 1937 pubblicò un famoso articolo in cui dimostrava l’indecidibilità della logica, vale a dire l’impossibilità di stabilire, con mezzi meccanici, se una formula sia o meno un teorema del calcolo dei predicati. Durante la seconda guerra mondiale Turing aveva militato nel controspionaggio inglese, lavorando alla decifrazione dei messaggi scambiati dai sommergibili tedeschi mediante la macchina criptatrice Enigma. Dopo la guerra gli fu affidato l’incarico di dirigere il progetto inglese per la costruzione di un elaboratore elettronico sul modello di quanto era stato fatto negli Stati Uniti. Sebbene il progetto Automatic Computing Engine non sia stato portato a termine, fu comunque la base della realizzazione del calcolatore di Manchester, presso la cui università Turing si trasferì.
Il concetto di gioco imitativo sarebbe divenuto nella critica di Searle il test di Turing: inteso come il criterio per cui una macchina o un programma è intelligente se il suo comportamento in un determinato settore non può essere distinto da quello di un essere umano. Ideò le macchine non organizzate, anticipazione delle reti neuronali. Si tratta di automi indipendenti che interagiscono tra loro secondo schemi che non sono preordinati, ma che si sviluppano per esperienza, in risposta a premi e punizioni.
Partendo dall’idea di calcolo inteso come manipolazione di simboli secondo regole, turino elaborò un modello costituito da unità di controllo capace di un numero finito di stati e da una testina in grado di riconoscere e di scrivere simboli,presi da una collezione finita, nelle celle di un nastro potenzialmente infinito. Le operazioni della macchina sono guidate da una tabella che, per ogni stato e per ogni carattere letto sul nastro, stabilisce cosa debba esservi sostituito e in quale direzione spostare la testina. Una macchina di Turing corrisponde alla struttura logica di un programma.
Il cuore della prova di Turing è la definizione di una macchina universale, la quale è capace di imitare qualunque altra macchina , una volta che la relativa tabella dei comportamenti e l’ingresso adatto a questa macchina siano memorizzati sul suo nastro. Questa idea è riconosciuta come la base teorica dei moderni elaboratori.

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